Alla fine del 1800, il re del Siam (l'odierna Thailandia) donò al console britannico una coppia di gatti dagli occhi azzurro intenso e dal particolare mantello, chiaro nel tronco e scuro alle estremità. L'eleganza e l'affabilità quasi canina di questi felini affascinarono l'Inghilterra (e in seguito l'Europa intera) tanto che nel 1892 il signor Harrison Weir, allevatore, stabilì i primi standard della razza. Il gatto siamese che si diffuse rapidamente durante i primi del novecento era dunque un'amimale robusto, ben piazzato, frutto di
accurate selezioni che eliminarono i problemi di salute dei primi esemplari importati, molto fragili rispetto alla media delle razze già diffuse.
La bellezza e l'intelligenza del siamese affascinò l'Europa e gli Stati Uniti al punto che negli anni '50 e '60 divenne una delle razze domestiche più amate e diffuse, sbarcando anche a Hollywood dove la Disney, oltre ad inserirli nel famoso film a cartoni animati "Lilly E Il Vagabondo", ne utilizzò vari esemplari come veri e propri "attori" nei film e nei documentari per ragazzi, grazie alla notevole addestrabilità.
Eh già, perchè non c'è gatto più "cane" del gatto siamese... provate a tirargli una pallina di carta e state sicuri che ve la riporterà a bocca e poi vi fisserà negli occhi come a dirvi "allora? non me la lanci di nuovo?"; che dire poi della loro vocalità? provate a chiuderli in una stanza nella quale al momento non vogliono stare... ve la canteranno, a loro modo, dietro la porta, con il più fastidioso e implorativo lamento! Nel frattempo però, soprattutto negli U.S.A. , la maggior parte degli allevatori cominciò a portare la razza verso lo standard "orientale", privilegiando le caratteristiche estreme quali un corpo più snello, la testa triangoliforme, orecchie lunghe e grandi e muso pronunciato; ma di ciò non si accorse chi, avendo in casa siamesi della vecchia guardia e magari un loro cucciolo, aveva passato dai venti ai quasi quarant'anni in compagnia di questi meravigliosi e longevi compagni. Alla fine degli anni ottanta, alcuni appassionati padroncini della prima era, cioè coloro che avevano condiviso buona parte della loro vita accanto a queste esaltanti creature dagl'occhi blu, (e questo a causa della rinomata longevità dei siamesi d.o.c.) rimasti orfani del loro amico, restarono molto delusi quando negozianti ed allevatori gli hanno proposto un tipo di gatto molto diverso da quello che avevano conosciuto.
Il gattone dalla testa a mela e dalle zampe ovali era diventato un'elegante "top model", gli occhi blu e il mantello erano gli stessi, ma l'aspetto generale, allungato in tutte le forme, era quello che il grande Walt Disney aveva caratterizzato già nel 1970 quando creò "Si" e "Am", i due burberi siamesi del meraviglioso "Gli Aristogatti". Lo standard del siamese dunque, non era più quello dei loro progenitori e dei loro discendenti, bensì quello
che l'uomo aveva ritenuto, selezionando accuratamente la razza, più "opportuno" per competere alle varie esposizioni feline, sempre più orientate verso il particolare e l'esotico. Ma non fu così per tutti; per fortuna e grazie ad alcuni allevatori rimasti legati al tipo originale e grazie anche alle numerose famiglie che continuarono a crescere in casa la vecchia specie, nel 1995, in U.S.A. venne fondata la "Traditional Siamese Cat Association", in Inghilterra nacque lo "Old Style Siamese Club" e in altri paesi europei come Francia e Italia, si reinserì come standard di razza il "Thai", da Thailanda, il loro paese originario.
Lo scopo di questi "nuovi" allevatori del "vecchio" siamese è una sola: riportare e preservare l'aspetto e soprattutto il carattere di questo meraviglioso animale che oltre un secolo fa fece innamorare due continenti.
A prova del grande fascino e carisma che questi bellissimi gatti hanno,
ecco alcune preziosissime foto scattate a personaggi famosi
con i loro adorati siamesi Thai
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